Alla ripresa delle attività ad
inizio settembre un’ulteriore sfida ci si è parata davanti: l’imminente Festa
delle Associazioni di S. Bonifacio, a cui abbiamo preso parte nei due anni
precedenti.
L’esperienza delle precedenti
partecipazioni ci ha insegnato che, seppure si tratti di una manifestazione di
paese che non ha pretese di particolare magnificenza, l’organizzazione
necessaria per presenziare è impegnativa e avida di tempo: occorre innanzitutto
coordinarsi con l’amministrazione comunale per presentare l’iscrizione e per
richiedere i materiali offerti dall’amministrazione stessa di cui si abbisogna,
vale a dire tavoli, sedie, ombrelloni o gazebo. In secondo luogo occorre
valutare quali altri materiali servano: generalmente, un tavolo, altre sedie,
materiale per esposizione – gli anni precedenti abbiamo usato scatoloni
rivestiti di carta colorata, relle attaccapanni, scatole, valigie, cavalletti
con telai appoggiati. Serve capire quali
associate hanno a disposizione questi materiali e come raccoglierli e
trasportarli alla sede della manifestazione.
Occorre decidere poi cosa si intende esporre e raccogliere ordinatamente tutti i lavori: questo comporta che in una delle serate d’incontro ognuna porti i propri lavori selezionati, accuratamente imballati ed etichettati, e che alcune si incarichino di raccoglierli e tenerli in deposito sino all’esposizione. Serve inoltre valutare se sono necessarie decorazioni o cartelli esplicativi di quanto si espone e chi vi provvede. Non ultimo, si valuta se vi sono dei lavori che si intendono eseguire durante le ore della manifestazione; in tal caso è necessario procurarsi quanto serve per il lavoro ed organizzare i turni di lavorazione con le presenti.
Il giorno della fiera è
necessario che alcune delle associate si riuniscano anticipatamente, che
carichino le loro auto con i materiali per l’esposizione ed i lavori da
mostrare, che si rechino nel luogo assegnato all’associazione, che qui
scarichino i materiali, che proseguano poi nel montaggio dello stand e nella
sistemazione dei lavori. Di solito l’esposizione dei ricami richiede tempo ed è
usuale che si discuta a lungo al proposito e che l’allestimento venga
modificato varie volte prima di trovare l’assetto definitivo.
Una volta sistemato il tutto, le
associate presenti prendono posto, alcune sulle sedie a lavorare sui pezzi che
si è deciso di ricamare in loco, altre invece di fronte allo stand per fornire
a chi lo chiede informazioni sulla nostra associazione.
Alla fine del pomeriggio di
esposizione, occorre re-imballare i lavori delle associate e riporli nei
contenitori con cui sono stati portati, smontare i materiali di allestimento e
caricarli nelle auto, restituire all’organizzazione comunale i materiali da
loro forniti, ricaricare il tutto nelle auto e trasportarlo nelle proprie case.
All’incontro successivo i lavori esposti vengono restituiti alle associate che
non erano presenti.
La dettagliata (ma non troppo)
relazione su ciò che è necessario per partecipare a questi eventi ha il senso
di voler esplicitare l’impegno che è richiesto e l’auspicabile numero di
associate per condividerlo, così come per dare senso ad una partecipazione che,
se offerta da un numero sparuto di persone, rischia di dare il messaggio di
un’associazione poco florida.
A settembre dunque, quando ci
siamo trovate a decidere se prendere parte anche alla manifestazione 2016, ci
siamo rese conto che poche di noi erano disponibili ad essere presenti e a
prendersi cura dell’organizzazione nel giorno designato. Alla luce delle
esperienze passate, abbiamo ritenuto eccessivamente arduo che solo poche di noi
si facessero carico dell’impegno del caso, oltre che poco felice quale
messaggio al pubblico. Abbiamo atteso a lungo e tergiversato, ma alla fine
abbiamo deciso di annullare la nostra iscrizione, già inviata
all’amministrazione comunale.
Nonostante la delusione di non
avercela fatta, riteniamo che anche questo sia un passo importante per il
nostro gruppo: pensiamo che questa esperienza possa aiutarci ad acquisire
consapevolezza sulle nostre concrete risorse e sulle difficoltà che la vita
associativa presenta, così come ci ha permesso di testare la nostra maturità di
comprendere quando un obiettivo non è alla nostra portata e di esercitare la
difficile arte di dire no.